L’importanza del consenso

dubbio privacy

La legge sulla privacy ha acceso l’attenzione sull’utilizzo dei dati personali e ha fatto riflettere su quello che accade quando noi diamo o non diamo il consenso.

Se poi analizziamo l’utilizzo della privacy in ambito medico, tutto diventa ancora più delicato, rendendoci conto come la loro gestione sia ancora più importante.

Mia madre, in seguito a problemi di salute è stata ricoverata in  una clinica di Parma. 

Dopo sei mesi di coma, ci viene “restituita”  completamente paralizzata, in grado di intendere e di volere ma del tutto priva della possibilità di parlare.

Un giorno medici e specializzandi entrano nella sua stanza, chiedendoci gentilmente di uscire “Perché vogliamo filmare la paziente”.  Capii immediatamente quale fosse lo scopo di tutto ciò, utilizzare il caso di mia madre in un’aula universitaria a scopo dimostrativo indicandone la diagnosi: esito di emorragia subaracnoidea, causata dalla rottura di aneurisma cerebrale.

“Capii immediatamente quale fosse lo scopo di tutto ciò”

Finalità da loro omessa all’ingresso nella stanza dato che il consenso deve essere chiesto all’interessato o a chi lo rappresenta in modo chiaro. 

Credo che sarebbe stato poco dignitoso proporre le immagini di mia madre, oltretutto in posizioni non naturali create ad arte a seconda della parte del corpo offesa che si voleva mostrare. 

Ritengo che con un caso del genere noi familiari dovessimo  essere informati sulle finalità del trattamento riservato a mia madre.

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E questo, oltre ad essere un dovere etico / morale (nel nostro caso specifico) è anche un dovere civile e penale: il non farlo o il farlo non correttamente, comporta per l’inadempiente sanzioni pecuniarie quando non addirittura condanne penali.

Perché violare un diritto sancito prima dalla Legge italiana e ora da un Regolamento Europeo?

La lettura dei consensi è importante per decidere quali dati dare in uso a terzi.

Tanto più che tale adempimento, nonostante sia visto con diffidenza dalla maggioranza, tutela non solo l’interessato, ma anche e soprattutto chi tratta i suoi dati per qualsivoglia finalità, si tratti di una professione medica, di un’attività bancaria o della bottega di un piccolo artigiano.

Francesca Soresi Bordini

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